Come lavora una casa editrice? Non lo sappiamo. Però vi possiamo dire come lavoriamo noi. Avete cinque minuti da dedicarci?

In questo articolo potete trovare alcune informazioni sul lavoro che sta a monte di tutto; evitiamo lungaggini varie e approfondimenti di cui poco potrebbe interessarvi e andiamo dritte al punto. Se c’è un aspetto in particolare che si vuole approfondire allora scriveteci e lo faremo volentieri.

Innanzitutto, il caffè. Il lavoro inizia nel momento in cui abbiamo finito di prenderlo. Un’abitudine che ci piace seguire perché è un breve momento di raccordo in cui ci svestiamo dei panni del runner casa-lavoro, lavoro-casa. Ma il caffè dura poco, purtroppo!

Ogni casa editrice ha – o meglio dovrebbe avere – un piano editoriale da seguire. Generalmente, a inizio anno ci riuniamo per definire quelle che saranno le pubblicazioni da lì a venire. Uno scadenzario utile per la gestione/organizzazione del lavoro e del budget da investire per ciascuna pubblicazione.

Funambolo ha 4 collane: Vertigo, Humor, Sircus e Reate. Quattro collane per quattro uscite l’anno. Non sono molte ma una piccola casa editrice viaggia su numeri simili, anche perché ogni libro ha bisogno di essere seguito al meglio, ben oltre la sua semplice pubblicazione, e ciò richiede tempo ed energie, anche e soprattutto economiche. O almeno questa è la politica di Funambolo: pochi ma buoni, anzi buonissimi.

Gennaio-febbraio, maggio-giugno, novembre-dicembre sono i mesi in cui cerchiamo di condensare le nostre uscite. Mesi non troppo ravvicinati tra loro, in modo tale che nessun libro si sovrapponga all’altro. Stabilite le pubblicazioni, si lavora materialmente al testo e qui entra in gioco il lavoro redazionale vero e proprio.

Dal manoscritto al libro ci passa un abisso; raramente è capitato che il testo proposto fosse lo stesso di quello che poi è stato stampato. In redazione lavoriamo su due fronti: l’editing e la correzione bozze. Se il testo necessita solo di una revisione superficiale, come ad esempio punteggiatura e refusi, perché già di suo ben scritto – ammazza che fortuna ‘sta casa editrice! – si parla di correzione bozze, altrimenti, come spesso accade, quando il manoscritto ha bisogno di un intervento decisamente più approfondito, di editing

Il processo di editing può durare un mese come un anno (anche nel caso delle traduzioni); tutto dipende da quanto lavoro c’è da fare, dalla sinergia con l’autore e dalla sua buona volontà. Ammesso che l’autore accetti di intervenire sul testo: non tutti sono disponibili, credono che il manoscritto sia perfetto così, che toccarlo sarebbe come violare se stessi. Lo rispettiamo. In quel caso però il libro non sarà pubblicato con Funambolo edizioni. Come capitò di dire una volta a un potenziale nostro autore – che poi si concluse con un nulla di fatto per i motivi di cui sopra:

Il rapporto editore – autore è un po’ come una storia d’amore. Bisogna crederci in due, altrimenti è masochismo

La redazione ha considerazione della proprietà intellettuale di ognuno, investe nel manoscritto e nell’autore ma per far ciò bisogna rispettare alcuni parametri: la redazione guida l’autore proponendo come e dove intervenire sul testo, lavora insieme a lui con consigli e suggerimenti, ci si confronta costantemente, spesso non badando al fatto che sia domenica, piuttosto che mercoledì, le 10 di sera piuttosto che di mattina; non si limita a correggere con penna rossa e blu, ma avviene un vero e proprio scambio di idee dal quale nascerà il più bello dei frutti: il libro.

Il primo giro di boa (dal tempo variabile, dicevamo) generalmente lo fa una sola persona della casa editrice, la quale sarà anche l’intermediaria diretta con l’autore e il resto poi del team. Nel momento in cui il manoscritto può definirsi semi-pronto, viene affidato a occhi nuovi, ovvero gli altri due membri della redazione. Per quanto professionisti, il refuso sarà sempre dietro l’angolo, occhi nuovi garantiscono quella freschezza mentale che a lungo andare verrà meno anche da parte della responsabile di redazione del manoscritto in questione. I sei occhi della redazione garantiranno un lavoro ben fatto.

Una volta ricevuto il cosiddetto “visto si stampi” da parte dell’autore, si procede con l’impaginazione e la realizzazione della copertina. Il primo aspetto è curato dalla redazione stessa, mentre la copertina è affidata a illustratori esterni, nostri fidati collaboratori (Zep ci senti? 🙂 ).

Sia l’impaginazione sia la copertina hanno delle regole da rispettare: ogni collana ha determinate caratteristiche (formato, carta, font, etc) che si ripetono ogni volta, il tratto distintivo che le rende uniche ma riconoscibili al tempo stesso. La medesima cosa avviene per la copertina (illustrazione, disegno, immagine, titolo, alette, brossura, sinossi, bio, citazione, etc). E’ un lavoro che richiede tempo e studio (capire dove sta andando il mercato dell’editoria, quale tipologia di carta è la migliore per la narrativa, quale per la saggistica, il colore della copertina, l’illustrazione raffigurata) per rendere il libro fin da subito attraente. 

Una volta fatto tutto – miii come la stiamo rendendo facile! – il libro va in stampa

A questo punto solitamente la redazione inizia a pregare fino a che non avrà materialmente il libro tra le mani, sperando che la tipografia non commetta errori e che il corriere non lo consegni in Madagascar.

Una volta pubblicato il libro, arriva il bello… che rimandiamo alla prossima settimana dato che il nostro fido collaboratore Antonio ci ha appena ripreso che siamo andate troppo per le lunghe. Ah, questi giovani d’oggi!

 

Fine prima parte