Descrizione
Anno 2053. Lo sguardo cinico del protagonista si posa su una metropoli sopraffatta dalla depravazione fisica e morale. I mali dell’esistenza incombono senza pietà: la corruzione politica, la mercificazione della donna, le fragilità dell’essere umano, il dominio incontrastato della droga, il bisogno di mostrarsi sacrificando persino la propria dignità. Fame plastica è la storia di un viaggio all’interno di una società malata, solo all’apparenza lontana da quella attuale. Ogni incontro lascia un solco nella vita del protagonista che sembra incapace di provare emozioni, e si mescola con le scene successive fino a farsi nuovo incontro, e quindi nuovo sconvolgimento, nuova sofferenza, in un circolo vizioso senza fine. Ma la realtà è così come noi la leggiamo oppure si tratta solo del racconto delirante del protagonista? Quel che è certo è il filo conduttore che tiene uniti i frammenti deturpati della vita umana: l’amore. O meglio, la lontananza dell’amore, quell’intervallo di tempo in cui si vive la mancanza della persona amata come una mano stretta sul collo che impedisce di respirare.
L’autore si abbandona alla scrittura come fosse una sequenza di istantanee di un film, ogni scena narrata delinea il male del nostro secolo, con quella veridicità e fedeltà alla realtà tipiche della Beat Generation.
Fame plastica è un libro che genera riflessione. Amara. A tratti dolorosa. L’occhio cinico e ironico del protagonista diventa così l’occhio cinico e ironico del lettore che si immedesima nell’uomo di domani, nello sfacelo di un tempo e un luogo che sono quelli che viviamo oggi.
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