Esce il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, il libro di Roberto D’AngeliIl campo di Farfa. Dall’internamento fascista al Centro Raccolta Profughi Stranieri” edito da Funambolo. La prefazione è a cura di Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti.

Con l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940, il regime fascista mise in atto l’articolata serie di provvedimenti legislativi per l’internamento sia dei civili appartenenti a Stati nemici e residenti nel regno, sia nei confronti di tutti quelli, italiani e non, ritenuti sospetti e pericolosi per il periodo bellico. Il campo di internamento di Farfa entrò ufficialmente in funzione nel giugno 1943 e avrebbe dovuto contenere 2700 persone. Il Ministero dell’Interno aveva ipotizzato di trasferirci buona parte degli internati a Ferramonti, il principale dei campi per ebrei. Nel settembre del 1943, quando alla notizia dell’armistizio il personale di guardia abbandonò le proprie postazioni, nel campo erano detenute circa cento persone, di cui molti ebrei stranieri, che si dettero alla fuga. Lasciato in stato di abbandono fino alla fine del conflitto, nel dopoguerra divenne un centro di raccolta profughi.

Questo libro racconta la storia del campo fino alla sua dismissione. Il saggio è arricchito da documentazione originale, un’intervista e un’appendice sul campo per prigionieri alleati PG 54 ubicato nel 1942 nei pressi di Passo Corese (RI).
Roberto D’Angeli, studioso di storia contemporanea, ha collaborato con la Fondazione Museo della Shoah di Roma, con la quale ha realizzato corsi di formazione per studenti e insegnanti, progetti di ricerca e quattro mostre allestite presso il complesso monumentale del Vittoriano.