E’ uscito il 30 giugno “Cadono gocce come se piovesse” del cantautore Roberto Billi. E a una settimana dalla pubblicazione, la redazione di Funambolo edizioni ha voluto farvi un piccolo regalo: potrete leggere uno dei racconti contenuti all’interno del libro. Ed ecco a voi “Favolando”. Buona lettura!

 

Favolando

Ho un debole per le favole, soprattutto da bambino hanno sempre suscitato in me un misto di curiosità e terrore allo stesso tempo, per via di alcune immagini in esse contenute.

Perché un conto è vivere una storia attraverso la visione patinata di qualche cartone Disney, un altro era sentirsele leggere direttamente da un libro.

Spesso non ci facciamo caso ma all’interno delle favole sono contenute scene tra le più cruente in assoluto, scene che farebbero impallidire perfino qualche mediocre sceneggiatore di film horror. Adesso non voglio smontare la parte poetica che molte favole racchiudono e non vorrei neanche rovinare la carica di fantasia che da sempre regalano all’immaginario collettivo.

Mi spiego meglio. Di certo tutti quanti conoscono le gesta della piccola Cappuccetto rosso e le vicende che si susseguono durante il suo tentativo di portare il cestino alla nonna attraverso il bosco. Ma andiamo con calma e analizziamo i fatti.

Già qui ci troviamo di fronte a una scena piuttosto inquietante, dal momento che non si capisce per quale motivo si dovrebbe mandare in maniera consapevole una bambina da sola attraverso un bosco abitato da un pericoloso lupo; sinceramente penso che una prospettiva del genere inquieterebbe persino un grande. Pur volendo sorvolare su questo non trascurabile dettaglio, non si capisce per quale altro motivo il suddetto lupo dovrebbe presentarsi anticipatamente a casa della nonna e dopo essersela furbescamente mangiata, non pago delle sue azioni, si traveste con i panni della nonnina stessa. Va bene che al mondo, si sa, ognuno può avere le sue strane fissazioni, ma qui ammetterete anche voi che siamo molto al limite.

A questo punto Cappuccetto rosso, giunta a casa, si ritrova di fronte un grosso lupo peloso, sì travestito, ma pur sempre un lupo peloso e non riesce a distinguerlo dalla nonna.

Anche qui siamo al limite dell’inverosimile e della follia, ma la cosa peggiore è che la nipotina non si accorge dello scambio neanche quando il lupo le parla imitando la voce della nonna. Ma stiamo scherzando? Un lupo che imita la voce di una vecchietta e la nipote non se ne accorge?

Se all’epoca dei fatti fossero esistiti i talent show questo lupo sarebbe di sicuro diventato una star di prim’ordine dal momento che su internet si trovano cagnolini che con i loro guaiti sanno abbozzare a malapena un “I love you!” sapientemente guidati dalla voce del padrone.

Questo lupo invece si diletta proprio nel trasformismo più estremo, in travestimenti e quant’altro riuscendo a fare persino le imitazioni con frasi di senso compiuto. Passi pure la bravura del lupo, ma francamente mi viene da dubitare fortemente sulle capacità intellettive di Cappuccetto rosso che, pur essendo la protagonista della favola, converrete con me che non spicca di certo per il suo acume.

Ma non è ancora tutto, perché arriva il gran finale: il cacciatore che squarta il lupo per estrarre il corpo della nonnina pocanzi ingurgitata ha un non so che di raccapricciante, roba da mettere davvero i brividi anche agli stomaci più forti. Tra l’altro sono sicuro che ognuno di voi si sarà chiesto almeno una volta come avrà fatto a ingerirla sana, senza averle inferto neanche qualche morso. Insomma, voglio dire, una nonnina pur piccola che sia, non è così facile da inghiottire neanche immaginando un lupo di generose dimensioni.

E questo sarebbe un lieto fine? Io da piccolo passavo notti insonni terrorizzato dal pensiero di tutti quei brandelli di lupo per la casa, chiazze ematiche e quant’altro su tutte le pareti, di una nonnina, seppur sana e salva, ricoperta di succhi gastrici e brandelli. Se a me capitasse un lieto fine come questo ne rimarrei traumatizzato a vita.

Ma non ci posso fare niente, nonostante tutto mi piacciono le favole e mi piacciono quei mondi immaginari in cui sono ambientate. Però le apprezzo ancora di più adesso che sono diventato grande, perché riesco a cogliere meglio alcuni meccanismi e alcune sfumature allegoriche nascoste tra le righe.

L’importante è rimanere comunque consapevoli che stiamo parlando di un mondo di fantasia dove tutto è possibile, e non dobbiamo mai confondere il racconto con la realtà.

Detto questo, si sta facendo tardi e mi sono appena ricordato che la mamma mi ha detto che devo andare a consegnare un cestino alla nonna prima che cali la sera…

 

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